01 Set Intervista Sicily Donna
Mariella Gennarino: la classe e l’eleganza della Sicilia nel mondo.
Durante uno splendido pomeriggio di settembre, nel lussuoso ed elegante atelier “Vico dei Fiori Chiari”, abbiamo incontrato l’imprenditrice catanese, costumista teatrale e stilista d’alta moda per bambini e spose Mariella Gennarino.
Formatasi presso l’Istituto d’Arte e l’Accademia delle Belle Arti di Catania crea ogni sua opera attingendo alla Storia Patria Siciliana; le sue creazioni fanno rivivere l’eleganza, la classe e lo sfarzo della Sicilia dei secoli scorsi. Inizia la sua attività stilistica quasi per caso; infatti sono i primi anni ottanta quando la Gennarino disegna e produce le sue prime collezioni per bambini. Nel ’94 viene insignita dal Premio Internazionale “Giara d’Argento”, il quale la consacrerà al successo. L’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, nel 2002, le propone di creare una mostra di abiti ispirati al Barocco Siciliano intitolata “Memorie del Barocco Siciliano”. Nel 2003 collabora con l’Assessorato delle politiche scolastiche realizzando ben due progetti extracurricolari: “A spasso con Pinocchio” e “Alla corte di Federico II”.
In ogni sua espressione artistica, in ogni suo lavoro, cerca di dare anche un aiuto concreto a favore dei bambini; infatti nel 2004 iniziano gli impegni a sfondo sociale. Nel 2006 organizza un concerto di beneficenza presso la Cappella Bonajuto a favore dei bimbi meno fortunati. Nel 2007 i Principi di Piemonte Emanuele Filiberto e Clotilde di Savoia le commissionano il corredino e l’abito del battesimo per la loro primogenita. La città meneghina, capitale della moda non solo italiana, la vede protagonista con una sua sfilata a Palazzo Serbelloni. Nel 2008 crea i costumi per l’opera teatrale “Via Crucis”, per il Teatro Massimo Bellini di Catania. Protagonista indiscussa nel 2010 riceve, per la seconda volta, il Premio Internazionale “Giara d’ Argento” per il Made in Sicily nel mondo. Adesso il suo estro e la sua creatività sono a servizio del teatro per l’imminente rappresentazione diretta da G. Scuto, “La nascita della tragedia” di Nietzsche.
Le collezioni della catanese Mariella Gennarino sono un vero esempio di Sicilia che insegna rendendo alto il valore storico – culturale della propria terra nel mondo. La giovane donna che si appresta a diventare sposa si rivolge a Lei con fiducia e sicurezza. I suoi abiti sono unici ed esclusivi frutto di una ricerca storico – stilistica.
Come crea i suoi abiti da sposa? A cosa s’ispira durante la creazione?
«Il mio lavoro nasce, cresce e vive attraverso gli studi fatti all’Accademia delle Belle Arti. Una cosa è il momento dell’ispirazione, legato al momento creativo, altra è invece capire la scelta più adatta per la sposa. Traggo ispirazione dal Barocco Siciliano, dallo Stile Normanno, dalle nostre dominazioni e tradizioni, dalla nostra cultura. Caterina D’Aragona, Angelica del Gattopardo sono fonte d’ispirazione. Tutto nasce dalle diverse emozioni legate ai vari periodi storici, che legandosi insieme diventano elementi preponderanti di un abito. Il decoro di un elemento, un piccolo swarosky, un particolare floreale diventa un carattere portante, esclusivo di quell’abito. Ogni abito è unico, perché è impossibile rifare lo stesso abito identico ad un altro. Non essendo una produzione industriale gli abiti non sono tagliati allo stesso modo e fare un abito uguale è impossibile. Viene fatta una base e poi io intervengo sul modello. Io creo il disegno e poi attenziono i particolari; non lo cucio, però metto “gli spilli”, per fare le merlettature o mettere i fiori, poi la mia collaboratrice più fidata insieme ad un intero staff sartoriale provvederà a completare l’abito. Io sono la creativa, quella che pensa l’abito, mentre loro sono la forza lavorativa.»
Nel ’94 è stata insignita dal Premio internazionale “Giara d’ Argento” per l’imprenditoria e lo stilismo. Come si arriva al successo in così breve tempo?
«Sicuramente è stato un percorso difficile. Io mi sono dedicata sempre alla famiglia, ma c’è stato un momento nella mia vita in cui ho deciso di fare questo salto, in modo assolutamente naturale. Sono stata contattata per ricevere questo premio prestigiosissimo, da lì è iniziato tutto. Mi conobbe Pippo Baudo, il quale mi fece conoscere un po’ di personaggi. Devo essere sincera, questo premio mi ha portato fortuna. Sacrifici ne ho fatti tanti, perché io non parto da una famiglia esperta nel settore. La maggior parte degli stilisti, da Valentino a Versace, ai nostri stilisti locali, hanno iniziato con le mamme, con le nonne. Mio padre era un dottore commercialista, mia madre non ha mai lavorato, ed io mi sono inventata questo lavoro con grande incoscienza. All’inizio non capivo niente di sartoria, adesso, pur non sapendo cucire, riesco a vedere i difetti sul vestito, ho l’occhio clinico. Inizialmente le prime lavoranti che avevo hanno sfruttato questa mia non conoscenza a loro favore. Pian pianino sono riuscita a trovare la mia dimensione. Ci sono state delle sarte oneste, che mi hanno indirizzato, ed è iniziato un cammino in maniera seria, perché in principio tutto è stato un bellissimo gioco. Ho preferito iniziare con il bambino, perché era come giocare con le bambole. Nel periodo degli anni ottanta – novanta i bambini utilizzavano questa mia moda che s’ispirava ai ritratti del Bronzino o di altri importanti pittori. Il mio successo cominciò da lì. Il gusto nasce anche da piccoli, che poi si trasforma durante gli anni. Il primo concetto basilare di classe ed eleganza parte dall’infanzia e i genitori hanno un ruolo fondamentale.»
Tra le varie iniziative intraprese è da ricordare l’iniziativa del dicembre 2003 in cui ha messo a disposizione la sua arte e la sua esperienza a servizio della società, per il reinserimento, dal punto di vista sociale, di venticinque detenute. Il “Laboratorio donna” è stato un vero successo. Com’ è nata quest’iniziativa?
«Abbiamo creato questo laboratorio, per dare una boccata d’ossigeno a queste donne. Dare una nuova dignità a delle persone che vivono in una condizione di castrazione. Abbiamo creato qualcosa, che potesse farle sentire vive, dando loro, attraverso questo progetto, la possibilità di un lavoro che le potesse reinserire nella società. Con la sartoria si trova uno sbocco lavorativo e con il nostro laboratorio hanno avuto un bel biglietto da visita nel loro curriculum. Grazie a questa particolare ed intensa esperienza mi sono arricchita moltissimo.»
Lei ha iniziato con i bambini. Nelle sue creazioni ha un notevole spazio il bambino. Nel 2004 ha creato un sito contro la pedofilia. L’ultima iniziativa a favore dei bambini che l’ha emozionata di più qual è stata?
«Da ricordare l’iniziativa per i bimbi della Civita, l’iniziativa per l’UNICEF. La più toccante sicuramente è stata quella sulla pedofilia. Insieme alla polizia postale, abbiamo creato questo progetto. In giro c’è troppa cattiveria e i bambini devono essere salvaguardati.»
Mariella Gennarino e il teatro. Lei ha creato vari costumi di scena per opere importanti come il Satyricon di Petronio per la regia di G. Albertazzi e M. Placido. Come nasce questo tipo di collaborazione?
«Dopo essere uscita dall’ Accademia delle Belle Arti ho intrapreso quest’attività. L’amore per il teatro, per la scenografia e i costumi è sempre rimasto un sogno nel cassetto. I sogni nel cassetto alla fine si realizzano, basta crederci. Ho avuto questa proposta, perché volevano una stilista siciliana. Sono piaciute le mie collezioni e sono stata scelta. Nelle mie collezioni mi sono ispirata, sempre, alla Grecia. Sono la costumista siciliana, senza ombra di dubbio, che ha fatto i costumi per tutti i teatri di pietra in Sicilia. Ho lavorato anche con Irene Papas nell’acropoli greca.»
Le collezioni di Mariella Gennarino sono presenti in U. S. A. , in Europa e in tutta Italia. Un successo siciliano nel mondo. Cosa manca, secondo lei, alla Sicilia per emergere ed esprimere al meglio le sue qualità?
«La Sicilia è la regione più bella del mondo, ha delle potenzialità immense sia culturali che naturali. Chi viene in Sicilia ha tutto a disposizione, però mancano le infrastrutture. La Sicilia non ha treni veloci; infatti fare la tratta Catania – Palermo in treno è un’ odissea, ci vogliono ben 4 – 5 ore. Le autostrade non sono all’altezza; pensare di andare ad Aidone e vedere la Dea di Morgantina è una vera impresa. La strada da fare è terribile, ma la Dea è strepitosa. Ho dedicato anche una serata particolare, importante alla Dea di Morgantina, una vera promozione turistica, però non ad Aidone, ma a Taormina. Il punto di partenza è Taormina, per spostarsi e fare un tour per la Sicilia. Questa serata è stata importante, perché abbiamo avuto gli undici tour operator più importanti di tutto il mondo. Quando li abbiamo portati a vedere la Dea sono rimasti affascinati, ma le istituzioni chiamate ad accogliere le varie rappresentanze hanno fatto tutto in maniera dimessa, con una partecipazione molto sofferta. Ho istituito un premio dedicato alle Eccellenze Siciliane, Premio Morgantina. Sono stati premiati il senatore E. Bianco, l’Onorevole N. Musumeci, il prefetto Santoro, la giornalista M. Giuffrida, il Cav. G. Benanti. Una bella manifestazione creata per dare luce alla Sicilia.»
Lei è stata votata come la migliore tra le venticinque donne più belle e potenti di Sicilia. Un consiglio a tutti coloro che vogliono intraprendere la sua strada.
«Oggi intraprendere la mia strada è un po’ più difficile rispetto a prima. Quando ho iniziato eravamo in pochi, questo lavoro era poco sentito. Oggi le scuole di stilismo sono molte, forse, troppe. Ancora di più sono le ragazze che vogliono precorrere questa strada. Ci sono più persone che vogliono fare lo stesso lavoro, ma c’è meno creatività rispetto a prima. Bisogna sforzarsi di più, perché molto è stato fatto. L’importante, però, è crederci, perché le soddisfazioni arrivano è solo questione di tempo.»